Da alcuni mesi è ricominciata a ritmo sempre più serrato, la staffetta delle navi ONG specializzate nel salvataggio dei migranti nel canale di Sicilia, salvataggio che poi non è mai stato tale visto che esiste ed è stata provata una vera e propria collaborazione, ovvero complicità, con il mondo criminale degli scafisti i quali, raggiunto il limite delle acque territoriali libiche o tunisine, operano il trasbordo degli immigrati dal barcone alle navi ONG tedesche e spagnole.
Benvenuti nell’era della nuova schiavitù, dove le navi cosiddette “negriere” utilizzate fino alla metà dell’800 per rimpinguare di schiavi le piantagioni di tutta america, vengono oggi sostituite da mezzi diciamo cosi…più “gentili”, ma le similitudini con quell’epoca non finiscono qui.
Come accadeva nei secoli passati con la tratta degli schiavi nel nuovo mondo, non c’è prospettiva in Europa per questa povera gente se non quella della schiavitù o della delinquenza, inoltre così come le “negriere” venivano finanziate dai “padroni bianchi”, così oggi si muovono nel sottobosco della “filantropia” fiumi di danaro offerti alle ONG per continuare ad importare schiavi freschi.
Se le organizzazioni non governative ed i filantropi volessero veramente aiutare questa povera gente, dovrebbero impegnarsi ed utilizzare tutti i mezzi a loro disposizione per fare pressione sugli stati europei affinché essi lascino l’Africa, consentendo al continente nero di autodeterminarsi al cento per cento, liberi dal dominio neocoloniale degli occidentali che prendono nove e lasciano uno sul territorio africano.
Evidentemente è molto più conveniente per il sistema dominante avere a disposizione dei futuri “lavoratori silenziosi”, per continuare l’opera di smantellamento dei diritti sociali già in atto, e vivaddio se strada facendo una parte ci lascia la pelle.