A chi non ha pianto il cuore ieri mentre osservava le immagini della Cattedrale simbolo di Parigi e della Cristianità nel mondo in fiamme? È impossibile non aver provato dispiacere. Io stesso ieri sono rimasto allibito da quei filmati e quando la guglia circondata dalle fiamme è crollata, ho pensato che per Notre-Dame fosse arrivata la fine ed il cuore mi si è stretto in una morsa.
Fortunatamente oggi dalle prime ricostruzioni dei fatti scopriamo che i danni, seppur ingenti, non hanno minato la struttura e che già si ipotizza una ricostruzione.
Una riflessione che vada però al di là del fuoco materiale e che sfoci in una visione più metaforica è d’obbligo per quanto mi riguarda. Sì perché ieri insieme al mio, ho visto il rammarico, il dolore, il dispiacere e le lacrime di migliaia di persone che hanno manifestato i loro sentimenti in ogni modo possibile: sia dal vivo che su internet.
Sono state organizzate veglie di preghiera, si sono formati capannelli spontanei di spettatori attoniti sia a Parigi che nel resto del mondo grazie all’ausilio degli schermi tv, sono stati interpellati uomini di chiesa e di cultura, esperti in architettura e di opere d’arte. Ma se mi consentite di essere polemico anche in questa occasione, sono certo che converrete con me su alcuni punti.
Dopo le fiamme, quello che resta è la cenere.
Oggi è in cenere la cultura, quella occidentale, falcidiata dal fanatismo non esterno o religioso ma relativista della modernità, la quale con le sue fiamme ha incenerito il concetto emozionale e sentimentale di cultura per gettarla in pasto al libero mercato. La cultura infatti sta diventando sempre più un lusso per ricchi ed il concetto di istruzione pubblica è sotto assalto, così come tutti gli altri diritti sociali che un tempo ci erano garantiti.
Oggi è in cenere la cristianità, sia per responsabilità stessa dei ministri della chiesa che sono stati dei pessimi esempi, anche se per colpa di poche pecore nere, è stato compromesso l’intero gregge; sia per via della relativizzazione del presente portata dal “politicamente corretto”. Ovunque si eliminano o si nascondono i simboli del Cristianesimo per non offendere la sensibilità dei non cristiani, un atto scellerato questo basato su un cosmopolitismo senza regole e valori.
Oggi è in cenere l’Occidente stesso, dove vige un sistema liberista liberticida che favorisce una élite ristretta a scapito di una moltitudine di lavoratori che sono costretti a barcamenarsi, vedendo lentamente crollare tutte quelle certezze che tradizionalmente erano legate al “vivere comune”, al vivere cioè un’esistenza “ordinaria” tra famiglia, lavoro ed amici. Rinunce queste causate da una povertà imbarazzante che ci priva del tempo essenziale alla coltivazione dei rapporti. È da qui nascono malattie dell’anima, depressione, repressione, violenza e suicidi, mai così tanti.
Se consentite, è in cenere anche quell’intellighenzia millenaria che ha portato gli uomini ad erigere dei capolavori di architettura come Notre-Dame di Parigi. Sarò certamente un profano, ma non ci vuole tanto a notare la differenza tra la monumentalità di certi edifici antichi e la banalità di quelli moderni, le cui forme ricordano tazze, vasche da bagno e muraglioni.
Quello che in definitiva voglio comunicare è che mentre la Cattedrale di Parigi è andata tragicamente in fiamme ieri, tutto ciò che essa ed altri monumenti occidentali simboleggiano è ridotto già in cenere da anni e quelle ceneri si stanno già raffreddando.
Quello che nascerà dopo lo possiamo solo immaginare, ma di un futuro senza valori la cui sceneggiatura viene scritta a colpi di modernità e relativismo etico possiamo solo avere paura.
Svegliamoci perché è già tardi.